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Such a Weird Italia! #9 "Strani Fiori" by Donato Epiro

Guests Such a Weird Italia! Time: 90:19 jan 2022

Previous uploaded on Canti Magnetici blog and broadcasted via different radios during the year.

"Un sottobosco musicale sparso per tutta la penisola, solo occasionalmente captato dalle antenne di ascoltatori e stampa specializzata, dedito ad esplorazioni che sbocciano in una sorta di folk sgangherato, ulteriormente imbastardito da contaminazioni con il free jazz, la psichedelia, il noise, la musica cosmica e le forme più primitive e naif dell’elettronica: pedali rotti, mixer in feedback ed altre diavolerie che sul palco, o meglio per terra, più che un set-up sembrano disegnare un cerchio magico.

E’ dalle frange più intransigenti del rumore che, inaspettatamente, spuntano questi strimpellatori cosmici che all’armamentario d’ordinanza del noiser cominciano ad affiancare strumenti acustici di ogni tipo, piccole percussioni, harmonium, flauti, per mettere in scena la loro personalissima versione sonora, liquefatta in oceani di delay, riverberi e droni, di The Wicker Man. 

Sviluppatosi attorno a piattaforme di condivisione come Soulseek, ma anche su Myspace e tra i blog di appassionati, questo mondo parallelo all’allora scena underground italiana (ripiegata su post rock, noise rock ed elettronica da laptop) trova il suo rifugio naturale in quel calderone ipertrofico di produzioni in cdr, cassetta ed altri formati più o meno obsoleti che, sulla scia di quel movimento ribattezzato da Devid Keenan New Weird America, è in espansione anche in Europa con piccoli avamposti un pò ovunque.

Un fiume sotterraneo che musicalmente ingloba tutto quello che può esserci fra i Cromagnon e The Incredible String Band, giusto per farla breve. Una musica totale ma totalmente folle. Spirituale, vitale, nuova ma con radici antiche, quasi ancestrali. In bilico fra meditazioni elettroniche e danze infernali, dedita alla ricerca di un rapporto più diretto e istintivo con il mondo Naturale, da realizzarsi su un piano mistico, più terreno o cosmico. 

Un suono libero e senza compromessi, tanto nei contenuti quanto nel modo di veicolarli, rafforzato da principi che vanno oltre il discorso musicale. Dischi “stampati” in tirature limitatissime, con packaging spartani (fotocopie in bustina di plastica e cd masterizzati) o rifiniti come preziosi e fragili oggetti di artigianato, spesso realizzati con materiale di recupero. Registrazioni in “studi” improvvisati, strumentazione di fortuna, sessioni all’aperto, nessuna promozione, uffici stampa o agenzie di booking. Pochissimi mezzi ma una distribuzione capillare assicurata praticamente in tutto il mondo dagli scambi fra etichette, musicisti e negozi specializzati (vale la pena ricordare Volcanic Tongue, Aquarius Records, Echo Curio e la webzine Foxy Digitalis, probabilmente il vero riferimento per l’intera comunità). Una diffusione in tempo reale, quando ancora l’ascolto e le piattaforme di streaming non erano così popolari, resa possibile dal lavoro instancabile e scrupoloso delle centinaia di blogger, veri e propri diggers che alla disamina appassionata di dischi scovati nei meandri del web, affiancavano gli immancabili link a mediafire o megaupload per scaricarne le tracce. Che io ricordi, nessuno ha mai avuto nulla da ridire. 

Anche i concerti erano più che altro happening auto-organizzati e clandestini, senza palco e distanza fra musicisti e pubblico (?). Niente di più lontano dalla classica idea di band che esegue, calata nella sua parte, il proprio repertorio. Pochissime in realtà le occasioni di suonare qui in Italia, più frequenti i tour e le presenze nei festival all’estero.

Centinaia i dischi nei cataloghi delle altrettanto numerose etichette, dalla vita più o meno breve. Digitalis, Foxglove, Ruralfaune, Faunasabbatha, Ikuisuus, Student of Decay, Ru

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